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An- Nikah: itinerario nell’universo musulmano

10 Agosto 2019
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Matrimonio. Il negozio giuridico che definisce l’unione tra due persone a fini civili, religiosi, oppure entrambi. Celebrato attraverso una funzione pubblica, comporta una serie di diritti ed obblighi tra gli sposi e nei confronti di un’eventuale prole. Fin qui, stando all’accezione del Diritto Romano. Uno scenario che si ripete programmaticamente. Variano gli interpreti e cambia la sintassi del rito, alle volte.

Pertanto, nei giorni in cui, più che mai, la società, decodifica se stessa in maniera interrazziale, fare un’incursione tra le abitudini di Paesi dal carattere esotico diventa, ancor più che effetto della curiosità, una necessità. Conoscere tradizioni apparentemente lontane e scoprire le espressioni comuni, riverbero di un passato che tutti ci accomuna, equivale ad immergersi in un viaggio affascinante, foriero, spesso, di idee, presupposto fondante di rispetto per ciò che riteniamo ‘diverso’.

Le radici della memoria

Si tratta, per i credenti musulmani, di un vero e proprio contratto stipulato sotto gli occhi di Allah. Ad avvallare la sinapsi tra l’uomo e la divinità, una serie di convenzioni, di gesti dall’inestimabile valore simbolico. A cominciare dalla deferenza nei confronti dei precetti dettati dal Corano, che raccontano – piaccia o meno – di una comunità in cui la figura maschile resta quella dominante.

La poligamia, dunque, è legittimata solo per parte dei maschi, ed è bene ricordare che se a questi ultimi è assolutamente vietato ‘mischiare’ il proprio sangue con chi è ateo, eccezion fatta per le donne di religione ebrea o cristiana, differentemente, all’universo femminile poco attiene la possibilità di scelta. Unico indirizzo, un uomo che pratichi la medesima fede.

Al concetto più comune di responsabilità nei riguardi del vincolo matrimoniale si aggiunge, poi, la predisposizione e l’accettazione verso la fecondità, con conseguente ripudio di ogni forma di contraccezione o aborto, accanto alla considerazione del divorzio – pur legittimato dalle Scritture – come un atto che denuncia a tutti gli effetti sconsideratezza.

Un percorso impregnato di antiche usanze…

Così, passo dopo passo, a cominciare dal mese precedente alla cerimonia, prendono l’avvio le consuetudini che scandiscono l’approntamento delle nozze. L’incontro con l’Imam, la guida morale e spirituale, rappresenta, a tal proposito, il fulcro di un tragitto che troverà la propria consacrazione davanti all’altare.

La funzione vera e propria si svolgerà, indifferentemente, presso una Moschea, comunemente conosciuta come Nikan o Fatiha, oppure nella dimora dei genitori della sposa. Qust’ultima, sarà accompagnata dal padre o dal Wali, il tutore, che la consegnerà nelle mani dello sposo, affiancato, a sua volta, da due testimoni, rigorosamente, neppure a sottolinearlo, uomini. A seguito della lettura del Corano, i nubendi scambieranno il reciproco consenso – un’equivalente della nostra promessa – in cui avvaloreranno l’intenzione di vivere in grazia di Allah.
… e di stentoreo folclore
Così, dalla solennità della funzione ci si traduce in un mondo di festeggiamenti dal sapore roboante, capace di protrarsi per giorni e giorni, il cui epicentro, per l’occasione, è costituito dalla sposa. Circondata da un harem di ancelle al suo completo servizio – va ricordato che, anche in questo frangente, maschi e femmine restano divisi – si destreggia in uno spiegarsi di cambi d’abito, che possono arrivare addirittura a sette.

Tutti spettacolari, tutti unici, simbolo di un benessere sociale, garanzia di continuità e prosperità per la nuova famiglia che sta per configurarsi. Se il cibo, come ci si aspetta, è di ottima qualità, i canti e le danze, per la circostanza, sono esclusivamente ad appannaggio sacro. L’evento, in genere, si conclude con i ringraziamenti e gli omaggi degli invitati, ma le curiosità di cui raccontare sono ancora numerose…
Il gioco delle somiglianze e delle differenze
Una su tutte, l’accordo prematrimoniale riguardo al Mahr, ovvero la cifra destinata alla nubenda, a carico del futuro sposo, espressione d’affetto e suggello dell’eternità del proprio sentimento. Esiste, per chi non lo sapesse, al notte dell’Henné. Alla vigilia dello sposalizio, ad invocare fortuna e fertilità, mani e piedi della sposa vengono dipinte, mentre sul corpo viene cosparsa di oli ed unguenti pregiati. Come per l’Occidente, la nostra protagonista viene omaggiata di un un pensiero floreale da parte del suo Lui e, egualmente, a fine iter, è previsto il lancio del riso. La torta nuziale? Pensate, viene tagliata con una spada. Infine… i confetti. Invece che consegnarli in chiusura della Festa, gli ospiti li ricevono nel momento stesso delle partecipazioni.

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