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19 gennaio 2020: il matrimonio contadino in Alto Adige

15 Gennaio 2020
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Eccola, di nuovo, una tra le Feste più rinomate dell’Alto Adige. In provincia di Bolzano, per la precisione a Castelrotto, si rinnova, il 19 gennaio 2020, come da consuetudine, l’appuntamento in cui vengono rispolverati usi, costumi e sapori tipici degli sposalizi che, fino a metà del ‘900, hanno accompagnato le tradizioni dell’Alpe di Susi. Dal momento – va detto – che, con la bella stagione, il tempo era assorbito dal lavoro dedicato ai campi e agli alpeggi, i matrimoni venivano celebrati, infatti, essenzialmente d’inverno. Una serie di riti hanno, pertanto, finito per accompagnare la luturgia delle nozze, arredandola di ulteriori significati. Tra sacro e profano, andiamo, dunque, a vedere cosa succede…

Un tempo funzionava così

Il futuro sposo doveva recare in dono alla sua Lei dodici uova colorate, a significare i mesi che, soli, mancavano alla data fatidica. D’altra parte, compito della futura moglie, era quello di presentarsi fornita di ‘dote’: lenzuola, pentole ed utensili per la casa rappresentavano la parte facoltosa, e pressoché immancabile, del corredo. Altresì, colei che si sarebbe presto arrogata il ruolo di ‘regina dei fornelli’ era tenuta a dimostrare sin da subito le eventuali capacità, organizzando un pranzo a casa dei propri genitori.

Un corteo lungo…

…almeno quanto la fila di slitte che, una dopo l’altra, si avvicendano, trainate da cavalli e con protagoniste le coppie di futuri coniugi ed i loro invitati. Partenza, alle ore 14.00, dalla Chiesetta di Castelrotto, per dirigersi, successivamente, in direzione del centro cittadino, passando attraverso i campi innevati di san Valentino; e se tutti indossano i ‘tracht’, i caratteristi abiti tirolesi riservati alle cerimonie, la Sposa, in particolare, si distingue per il peculiare copricapo dalle tonalità verdi brillanti.

A tal proposito, va sottolineato come le invitate ancora nubili siano tenute a raccogliere i capelli alla sommità del capo, differentemente dalle ospiti maritate, che li legano dietro la nuca. Coloro che, invece, sono avanti con gli anni, sono d’uopo, a loro volta, indossare il ‘turmkappe’, un cappello a cono entrato, a buon diritto, a far parte delle usanze che disegnano questi luoghi.
Tra gestualità e simbolismo
Ostacoli e sbarramenti caratterizzano l’intero percorso, preludio delle difficoltà che, potenzialmente, la vita potrebbe riservare ai nubendi. Antichi rituali, secondo cui è necessario, da parte di parenti prestabiliti, acquistare una capra lungo il percorso che conduce al sito adibito al giuramento; mentre i giovanortti del paese sono soliti frapporsi al corteo, che sfila tra i masi e le viuzze, fino a giungere presso la Chiesa dei santi Pietro e Paolo.
Un pasto Luculliano…
Al via la celebrazione, dunque, nella Piazza principale. Qui, tra canti e musiche che costituiscono un tutt’uno con la realtà locale, ci si commuove e si ride, fino al momento del banchetto, da tenersi, immancabilmente, nelle ‘stube’ della località in questione. Il menù, opulento, prevede quindici portate.

I piatti, ereditati dal patrimonio altoatesino, includono, tra le altre pietanze, sella di camoscio marinato, pasta contadina con ragù di selvaggina, crema di cervella alle erbe, ‘krapfen’ al papavero e pane dolce, pensato apposta per la circostanza. Persino la torta nuziale, ‘Hoazetkuchl’, questo il nome in dialetto, fa parte del bagaglio culturale che, da sempre, veste le popolazioni del nord della Penisola.

Le ricette più longeve ritornano in vita, grazie alla sapiente manifattura dei cuochi oriundi, per dare il via al tripudio del buon mangiare. La gastronomia in primo piano, al servizio di chi si reca all’altare e di chi si fa compartecipe di cotanta felicità.
…aperto agli spettatori dall’animo goloso
Tre ore di ‘spettacolo’, in sintesi. Non esiste, forse, un altro modo per definire l’evento, del resto aperto al pubblico, più o meno curioso di interfacciarsi con quel che racconta l’ambiente che lo circonda. Ogni spettatore – e qui è la vera sorpresa – per quanto più o meno coinvolto, avrà l’opportunità di gustare, nei diversi ristoranti della zona, le specialità confezionate ‘ad hoc’. I palati più esigenti, ed anche quelli più curiosi – questa è la premessa -, non potranno che rimanerne soddisfatti.
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