Il costo, stratosferico – oltre 11 milioni di euro – risultato di un lavoro che si è protratto per quattro anni. Il modello che, in chiave contemporanea, interpreta le Rolls-Royce di inizio novecento. Le indiscrezioni. Pare che La Sweptail – questo il nome della vettura – desiderio nascosto di un misterioso, e di certo facoltoso, committente, rappresenti l’auto più costosa mai venduta… costituiscono le basi per una carta d’identità da fare invidia.
L’occasione
Il
Concorso d’Eleganza Villa d’Este è una vera festa per gli occhi. La kermesse, in cui sfilano le case più prestigiose, è la vetrina per eccellenza per gli appassionati di auto storiche e concept. Suddivisa, per tradizione, in otto classi, ha festeggiato, nel 2019, la novantesima edizione. Peraltro, la ricorrenza ha coinvolto anche
BMW. Novanta candeline pure per la leggendaria azienda. Il tema, “
The symphony of engines“, era teso a celebrare proprio il fascino roboante dei bolidi a quattro ruote, ed è in questo contesto, anche se in un’occasione precedente, che La Sweptail ha fatto il suo ingresso.
Progetto e progettisti
Gyles Taylor, team leader della divisione Bespoke, testimonia di come lo sguardo esperto del compratore – fine conoscitore del marchio, già collezionista di pezzi unici, tra cui superyacht e aerei privati – abbia seguito in maniera dettagliata ogni singola fase della progettazione e della messa a punto, mettendoci del suo.
Alla guisa di una coupé a due posti, carenata a mo’ di barca; via i sedili posteriori, sostituiti da una sorta di plancia in legno levigato, in cui riporre gli eventuali bagagli; tetto panoramico in cristallo per illuminare a giorno l’abitacolo, interamente rivestito di ebano e pelle. Per i più curiosi, Moccassin e Dark Space, le varianti adoperate.
L’orologio di bordo, in legno Macassar e titanio; persino due scomparti… pensate, nascosti. Gli ingegneri hanno raccolto la sfida e si sono letteramente sbizzarriti. Va da sé. Il primo è situato nella battuta delle portiere. Contiene borse su misura, in pelle, dove riporre computer o altri oggetti hi-tech; l’altro, posizionato nella consolle centrale. Il ripostiglio perfetto per conservare lo champagne e i relativi calici in cui sorseggiarlo.
Ricordate la Panthom I Round Door by Jonckheere? La Panthom II Streamline Saloon by Park Ward? Avete presente la Gurney Nutting Panthom II Tow Door Light Saloon, o la Park Ward 20/25 limousine coupé? Ebbene, dimenticatele, perché la Sweptail è tutte e nessuna. E’ la mano che non dimentica il passato, l’occhio che punta al futuro. Dalla cornice della calandra, in alluminio, a coprire l’intera zona anteriore; alle sagome, totalmente rinnovate fino a spostarsi sul retrotreno; alla coda, naturale estensione del tetto a spiovente, la scelta stilistica azzeccata per rendere ancor più aerodinamico il corpo vettura.
Maestosa. Come, del resto, avrebbe potuto non esserlo? Anche l’icona manifesta dimensioni incentivate rispetto a quelle appartenenti alle Rolls di epoca moderna. E’ stata fresata da un unico pezzo di alluminio e lucidata a mano, per una finitura a specchio. Di seguito, incorniciata da un profilo in alluminio spazzolato. Ulteriore dettaglio, a raccontare una macchina ‘sartoriale’, cucita addosso alle richieste di chi l’ha acquistata.
“Un sogno per cui non si è partiti dal prezzo…”, specifica Torsten Muller Otvos (CEO del marchio), ” …bensì dalle idee!”. Un piano talmente ambizioso, da trsformarsi, una volta concretizzato, in un primo step. L’esperienza del successo, si sa, conduce alla voglia di puntare a nuovi orizzonti. Così, l’idea di creare una serie di altri veicoli, del tutto innovativi, prestigiosi, da immettere sul mercato a disposizione di portafogli esclusivi – quei pochi in grado di poter spendere cifre da capogiro – attualmente non è più solo un pensiero. E’ la premessa, sempre più radicata, verso il domani.