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L’auto del boom economico (seconda parte)

25 Giugno 2019
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Cinquecento milioni di esemplari, quelli prodotti. Seicentomila in circolazione. Stando alle cifre, la storia dell’auto che ha caratterizzato il primo dopoguerra lascia presagire contenuti di tutto rispetto. E sì, il racconto inizia nel 1957, e subito con il primo rischio. Il modello 600 non era uscito neppure da due anni, e il lancio di una nuova linea non eccessivamente discosta dalla precedente risultava, a tutti gli effetti, una risoluzione azzardata. La Fiat che faceva concorrenza a se stessa. Già, eppure il destino della 500 era scritto. Quel concentrato di soluzioni tecniche pensate in un tempo brevissimo e ideate in modo tale da renderla supercompetitiva sul mercato era destinato a configurarla, un giorno, come vettura dei miracoli…

Step by step

E così: panchetta posteriore senza imbottitura, vetri fissi, ruote con bulloni a vista prive di coppe, fari incassati senza cornice. Assenti le cromature, mentre il tetto, in tela, comprendeva anche il lunotto, in plastica trasparente. Per scelta, ma soprattutto per necessità, i consumi e i costi d’esercizio erano stati ridotti all’osso. Era minuscola. Mancava un vero sedile posteriore e di accessori non vi era traccia. In compenso, nulla da dire sulla tenuta di strada. Era pronta, troppo piccolina, forse, nelle dimensioni. Di certo esageratamente modesta nella potenza del motore: soli 13 Cv.

Correre ai ripari

Nel novembre dello stesso anno, in occasione del Salone dell’Auto, si provvide ai ripari. Potenziato il motore, migliorata la ripresa, la versione rielaborata risultava senza dubbio più confortevole – cristalli discendenti, coppe alle ruote, profili di finitura in alluminio… -, ma era anche un pochino più cara. Del resto, mezzo milione di lire corrispondeva ad una cifra che nessun operaio avrebbe potuto permettersi. Per intenderci, sei volte lo stipendio di un impiegato statale. Come poteva la Nuova 500 riuscire a convincere milioni di acquirenti?
1957-1960: tutti i titoli di Fiat 500
Pregi e difetti, si è detto, di un prototipo di auto rivisitata più e più volte… ma quali erano?Nel dettaglio: due soli sedili, tanto per cominciare. Quella che avrebbe dovuto considerarsi la macchina delle famiglie poteva ospitare a mala pena due passeggeri. In compenso, riusciva a contenere fino a 70 kg di bagaglio. Di seguito, le misure: 2,97 metri di lunghezza, 1,32 metri in larghezza, per una metratura in altezza di 1,325. A vuoto, il peso risultava di 470 Kg, per raggiungere, a pieno carico, i 680 Kg.
Progetto 110
Il motore, di cui si è già accennato, era il più piccolo che l’azienda avesse mai prodotto. Il ‘progetto 110’, questo il nome, prevedeva un motore a benzina con due cilindri in linea, raffreddato ad aria, con una capacità di 479 cc. Le marce, quattro, erano ad innesto rapido. Il sistema frenante, su quattro ruote, era idraulico, con trasmissione a semiassi oscillanti nel comparto posteriore. Capace di avventurarsi sulle strade fino a raggiungere la velocità di 85 km/h, il consumo medio del carburante era di 4,5 litri per 100 Km. Prezzo di listino: 490.000 lire.
Un’ascesa iniziata nel 1960
Badate bene, la 600, allora, costava, 640.000 lire. Era, tuttavia, una quattro posti a quattro cilindri motore. Attraverso un accorto giro di cambiali non rappresentava una spesa insormontabile. Bisognava, dunque, ridurre i prezzi. Non c’era alternativa. Un primo passo venne compiuto nel termine di un anno. Poi, nel giro dei successivi sette mesi la ditta assecondò ulteriormente la corsa al ribasso, fin quando, nel 1975, la produzione non riuscì a superare i quattro milioni di esemplari.
Il Compasso d’Oro
Il successo è spesso figlio di iniziative coraggiose. A dimostrarlo, in quest’ulteriore circostanza, i fatti. Nel 1959 Fiat 500 venne insignita – prima a vantare questo riconoscimento – del ‘Compasso d’Oro’ per il design. Si lavorò al potenziamento di un prodotto nel quale si era deciso di credere ed investire. Le modifiche si veicolarono, pertanto, su quelli che costituivano gli handicap più evidenti della vettura, a cominciare dalla ridotta abitabilità dei sedili posteriori.
Tetto Apribile
La Nuova Fiat 500 ‘tetto apribile’ poteva considerarsi una ‘quasi’ quattro posti, prezzo e meccanica invariati rispetto al precedente modello ‘trasformabile’, ma dal motore più potente. Ora toccava i 16,5 Cv. L’introduzione delle nuove norme del Codice Stradale e, di conseguenza, la necessità di comformarsi agli inediti parametri di omologazione, fece il resto. Abolite le prese d’aria sotto i proiettori anteriori per ospitare luci di posizione e direzione, si pensò di introdurre un ripetitore a forma circolare anche sul vano laterale dell’auto.
La svolta
Nel 1960, la ‘Nuova 500 D t.a.’ segna il passo al cambiamento. Prodotta, fino al 1965, in 640.520 unità, racchiude il proprio segreto nell’avanguardia del motore. La cilindrata aumenta e pure i cavalli passano a 17,5. Cambia la denominazione del telaio, mentre le molle della balestra anteriore si fanno a sei lame anziché a cinque. Schienale posteriore ribaltabile in avanti, leve di avviamento e starter realizzate in metallo, cuscinetti paratesta applicati ai montanti posteriori, lavavetro a pompetta manuale, portacenere, visiere parasole imbottite, luci ‘di cortesia’, funzione ‘ritorno’ del tergicristallo… conducono, in breve, al compimento dell’operazione seduzione.
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