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L’Avvocato: storia dell’uomo che inventò la Fiat 500 – Parte 1

2 Ottobre 2019
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“Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”. Lo sosteneva, tra le righe del Gattopardo, Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Ne deriva un credo personale per l’Avvocato. Lui, avanguardista per indole, intuitivo e sicuro di sé; sfacciato quel tanto che basta per non arrivare mai secondo. Playboy eppure gentleman, interpreta l’ultimo vero reggente dello Stivale. Del resto, la rinascita economica che, con l’esordio degli anni ’50, vede il rifiorire dell’industria, decide di donare proprio a Gianni Agnelli il volto dell’emancipazione… o forse se lo arroga egli stesso. Prima ancora di divenire l’emblema del marchio Fiat, l’uomo più invidiato d’Italia si fa portavoce delle istanze e soprattutto dei cambiamenti che la società del tempo, sia pur in parte ignara, racchiude in sé.

L’uomo delle idee

Sesso, auto, sport. Un trittico perfetto. La squadra di calcio, le donne, numerose, affascinanti… e le macchine. E’ intriso di tutto il ‘simbolo del Rinascimento Italiano’, tanto da far trasecolare il pubblico femminile e suscitare ammirazione in quello maschile. Ma chi è l’uomo a cui tutto si ritiene esser possibile? Quel patrimonio, l’azienda di famiglia, la eredita dal nonno senatore, concretamente convinto che il futuro delle auto sia racchiuso nella produzione di massa. Sulle orme di Henry Ford si muove, dunque, affinché la società assurga a pilastro d’imprenditoria. Cresce tra le braccia della tata Gianni, a Torino, secondogenito di sette: quattro sorelle e tre fratelli. Indisciplinato ma attraente, eredita forse l’espressione eccentrica dalla madre, Virginia. Una figura complessa – la donna possiede un leopardo come animale domestico -, scandalosa per l’epoca; di certo assai diversa dal padre, Edoardo, appassionato d’arte, teatro e letteratura.

L’incidente

Forse non tutti sanno che quest’ultimo è appena quarantenne quando, a bordo di un idrovolante diretto verso Forte dei Marmi, rimane decapitato dall’elica del velivolo sul quale viaggia. Il modo in cui bussa un’occasione ha facce imprevedibili. Per Gianni si rende tangibile l’opportunità di prendere in mano le redini della fabbrica. Giovanissimo, viene programmato per non sbagliare. Nel 1938 visita per la prima volta New York, rimanendo attonito di fronte alla modernità degli Stati Uniti. Un colpo di fulmine, spezzato solo dagli ideali della Guerra. E’ così che l’Avvocato si recita, coacervo di coraggio e risolutezza, brillante – come si deve ad un ufficiale di cavalleria -, ma capace di configurarsi indosso la stessa armatura di razionalità che lo accompagnerà tutta la vita.
L’Italia su quattro ruote
1945. La Guerra è alle spalle. Virginia perde la vita in un incidente d’auto. Il Patron della Fiat, a sua volta preda dei bombardamenti, viene accusato di collaborazionismo. E’ costretto a lasciare, ricusato dalla sua stessa creatura. La Stella degli Agnelli sembra destinata al tramonto. E’ qui che entra in scena Gianni che, grazie ad un colpo di coda, evita che il core business del Piemonte venga confiscato dagli Alleati. F come fabbrica. I come italiana. A come automobili. T, infine, come Torino. Non si tratta più solanto di un nome. Adesso la definizione assume corpo, la cifra stilistica si fa identità.
Gli anni di Valletta
L’incarico di Presidente viene affidato a Vittorio Valletta, secondo volontà dello stesso Agnelli. Non è ancora tempo per comandare. Sono gli anni della Costa Azzurra, della fascinazione… l’irresistibile Gianni, spudorato mentre afferma che ‘le signore vanno trattate da sgualdrine e viceversa’. Folle, mentre si tuffa dall’elicottero in pieno Mar Mediterraneo. Intrepido, mentre gareggia sulla neve a bordo della sua toboga o corre alla guida della Ferrari verde metallizzata, infischiandosene totalmente della segnaletica. L’eroe antieroe seduce perfino Pamela Churcill, ex nuora del Primo Ministro inglese. Amore che suona di affari… tanto che quando si tratta di prender moglie la predestinata è un’altra. Si chiama Marella Caracciolo. Fa parte dell’aristocrazia napoletana, l’amica di lunga data, e sembra la donna perfetta per accompagnare ‘il ragazzo terribile’.
“Solo le cameriere si innamorano”
Edoardo. E’ questo il nome che Gianni decide per suo figlio. Edoardo, che porta addosso l’impronta di un padre perso troppo presto. Edoardo, con tutto l’orgoglio che comporta un maschio. Edoardo… accantonato, tuttavia, insieme alla piccola Margherita, a beneficio della mondanità. Sovrani, Capi di Stato, al cospetto degli Agnelli si presentano tutti. L’ossessione per l’estetica, l’enorme cultura… d’altronde, si traducono in linguaggio. ‘L’inventore della vanità’ – come lo accenta chi lo conosce a fondo – si permette deroghe che nessun altro può. Il modo di indossare la cravatta, l’orologio sopra il polsino.. e quell’accento di scivolata naturalezza con cui tutto accade, promuovono Marella e il di lei consorte a fulcro stesso dell’alta società.

Continua…
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