Avete presente il mercatino dell’usato? I robivecchi mettono in bella mostra manufatti che, a prima vista, chiedono solo di venire rottamati e invece… Invece, appunto. Nell’epoca in cui pare facciano tendenza il ritorno alla tradizione, il rispetto per le materie prime, il rifiuto per gli eccessi e per gli sprechi… dire ‘
shabby‘ significa considerare un oggetto ormai logoro sotto una prospettiva totalmente inedita. Rileggerlo, reinterpretarlo, recuperalo, insomma, adattandolo ad esigenze che non ne deturpino il racconto insito; capaci di riportarlo a nuova luce donandogli, per quanto possibile, un timbro di eleganza.
Atmosfere bohémien
Shabby Chic è, dunque, più che la descrizione di uno stile, una filosofia, spesso applicata alle dinamiche del matrimonio. Che si tenga in un cascinale, in un agriturismo, in una villa appena fuori città.. l’importante è che la cerimonia sia outdoor. All’aperto, l’esperienza bucolica dello sposalizio assume, infatti, accenti di libertà e autenticità che altrimenti sarebbe ben più complicato trasmettere. Al solito, regola vuole che nessun particolare venga tralasciato.
Le sfumature del legno
Come fosse quel mobile antico appartenuto alla nonna, e forse lo è davvero. Per un effetto rustico prediligete, per quel che concerne gli arredi della location, gli intarsi e le forme stondate. I toni? Quelli caldi del beige e dell’avorio saranno perfetti. Un tocco vintage, tuttavia, non guasterà. Spazio, allora, ai colori pastello e ai cosiddetti ‘polverosi’: rosa cipria, champagne, verde decapè, acquamarina, rosa antico, pesca, lavanda… del resto, è il tripudio della natura.
Se Gea è la dea che vi ispira, allora rammentate di non costringervi in bustié che fanno guerra al respiro. Scegliete un abito dalle linee scivolate, magari tagliato sotto il seno, dal sapore tipicamente neoclassico, ricamato a mano e non per forza bianco… insomma, il più romantico tra i romantici. L’acconciatura mantenetela morbida, fatela ricadere lateramente, adornatela di fiori… potrebbero essere i medesimi con cui avete sceto di comporre il bouquet.
Già, il bouquet. Peonie rosa annodate con un nastro che riprenda il tessuto del vestito, oppure un mazzolino di fiori di lavanda. Rose, camelie, ortensie… andranno benissimo, accanto alla nebbiolina, che non sfigura mai. Ricordatevi, in ogni caso, che tutto è complemento. Ricercate, dunque, l’armonia. E fiori siano, come un suggerimento discreto, che spuntano da un paio di vecchi stivali di gomma, inseriti negli innnaffiatoi, che scendono a cascata dai tralicci del gazebo, incastonati nei vasetti di ceramica…
Nastri, pizzi, ricami. Saranno questi i protagonisti dei vostri inviti, rigorosamente realizzati a mano. Non lesinate nell’adoperare carta antica e stampe floreali. Stesso dicasi per le bomboniere. Per la confettata puntate su voliere, barattoli in latta, decapati piuttosto che dipinti con pitture acriliche. Per quanto riguarda i confetti, date sfogo alla fantasia. Dai ‘liquorosi’ al Whisky, alla Sambuca, al Limoncello… a quelli ‘fruttati’, il ventaglio delle possibilità è decisamente ampio. Etichettateli con cartellini segna gusto e… divertitevi. L’intera celebrazione deve rappresentare una spinta continua all’allegria.
Candele, lanterne in ferro battuto adornate con fiori di campo e ghirlande. La sala del ricevimento, meglio ancora se organizzato in giardino, deve parlare da sola. Usate tovaglie di lino per arredare la tavola, accessori in vimini per caratterizzarla. Fate servire le vivande su piatti di ceramica che figurino rubate ai corredi preziosi, quelli conservati nelle enormi casse in legno e rispolverati solo in concomitanza di eventi straordinari.
Fate il vostro arrivo in Chiesa a bordo di una lambretta ridipinta per l’occasione. Presentatevi a bordo di un calesse o, perché no? … di un bully, di un
maggiolino scappottato. Tutto ciò che respira di agreste è, lo avrete compreso, benvenuto. Unica accortezza: l’acconciatura, ma se siete coraggiose non riuscirà certo a fermarvi il vento che vi scompiglia i capelli.