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Viaggio di Nozze in Alsazia

19 Agosto 2019
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Non siete in Francia, né in Germania. Non vi trovate neppure in Svizzera. State attraversando una tra le mete più deliziose per chi, cuore alla mano e occhi al volante, decide, in tema di viaggi di nozze, di affondare in quella suggestiva miscellanea di influenze, usanze, odori, colori e tradizioni che prende il nome di Alsazia. Un gioco di boschi e pianure in cui si incontrano chiese, borghi, abitazioni a graticcio che sembrano estrapolati da un tempo lontanissimo. Un microcosmo, da percorrere mano nella mano fin dal sorgere delle prime luci dell’alba. Un percorso in cui ogni tappa rappresenta un’esperienza diversa per il vostro viaggio di nozze.

Strasburgo, la gotica

Così, primo step pressoché obbligato, quello che, dal 1988, viene considerato Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Un capoluogo dalla storia millenaria. Duemila anni, che sono serviti ad accogliere il porto fluviale più importante di tutta la Francia, e non solo. Nel luogo incantato per eccellenza spicca l’erede virtuale della più conosciuta sorella parigina.

Notre Dame, con le sue vetrate variopinte la cui opera iniziò a prender forma nel XII sec., ed il rosone incastonato nella parete principale modellata come un’esperienza figurativa. Un sofisticato escamotage per narrare gli episodi più emblematici della Bibbia. Certamente è stata celebrata da poeti e scrittori, fu amata da Goethe, mentre Victor Ugò la volle celebrare come “un prodigio di grandezza e leggiadria.

Passeggiando per la Petit France

Un tempo ospitava mugnai, conciatori e pescatori, intenti nel loro mercanteggiare quotidiano. Oggi il quartiere più caratteristico della città affascina per la peculiarità delle costruzioni, le insegne delle botteghe, i canali in cui è possibile navigare e gli alberi che si specchiano nelle acque placide del fiume. E come prescindere da Pont de Corbeau?

‘Il ponte della tortura’ – così lo soprannominarono i tedeschi,- costituiva la sede dei supplizi per quanti si erano macchiati di un reato: ladri, assassini. Ma anche chi, più semplicemente, incorreva nel pubblico ludibrio. Un luogo torbido eppure magnetico, come lo è, a suo modo, il Palais de Rohan, capace di ospitare quattro generazioni di cardinali. Edificato tra il 1732 e il 1742 su ispirazione dei fasti di Versailles, tra i cuscini delle sue stanze da letto poggiò il capo persino la regina Maria Antonietta.
Sidro e non più sidro
Un mare verde, sconfinato. Duecento chilometri di vigneti e cantine in cui fermarsi per deliziare il palato. Un itinerario in cui alcune soste appaiono imprescindibili. Vale per il Musée Lalique, inaugurato nel 2011 nel paese in cui, nel 1921, il celebre vetraio francese diede arte alla sua manifattura. L’unico esempio del genere in Europa, capace di accogliere seicentocinquanta esemplari della rinomata Maeson di cristalleria. Proseguendo, ci si imabatte nella ‘patria delle cicogne’. Obernai non è solo una città fortificata; non è solo il centro nevralgico di un mercato sempre effervescente, né solo la terra dei vicoli nascosti e dei bastioni duecenteschi. Obernai è il fulcro del Basso Reno.
Beauty and the Beast
Riquewihr: è questo il nome del contesto in cui i cineasti e i disegnatori della Disney hanno scelto di ambientare il cartone della rinomata fiaba. Del resto, è impossibile non rimanere affascinati dalle fortificazioni che avvolgono le abitazioni cinquecentesche, e dalla Porta Mediavale al cui interno si trova il Museo archeologico. Inoltre il Cour de Berges vanta ancora la prigione con annessa la sala delle torture.
La petit Venice
… o meglio, quello notoriamente conosciuto come il borgo di Colmar, in cui la vecchia dogana, a partire dal XV secolo, si fa notare sulla Grand’ Rue. Ruba gli occhi, accanto al Mercato coperto, cuore dell’artigianato locale e al fiume Lauch che, con i suoi numerosi affluenti, bagna le rive delle dimore da cui si affasciano pittoresche fioriere.
Mulhouse: la città a quattro ruote
E’ questa la sede del Musée de l’Automobile, la più prestigiosa esposizione sull’argomento nel mondo. Bugatti, Rolls Royce, Mercedes… si imbellettano alla presenza dei visitarori per raccontare le proprie origini. Il centro, di fama extra europea per via delle sue fabbriche, si dirime anime. Inoltre La storica, tuttavia, pur confondendosi con lo spirito più moderno e innovativo, non risulta in effetti meno interessante.

Un binomio, in cui la Royale personale di Ettore Bugatti sembra farla da padrone. Nel Museo, rinnovato nel 2006, dotazioni multimediali e soluzioni interattive permettono di immergersi in filmati e simulazioni che riportano indietro nel tempo.

Quindi si può avviare un’auto d’epoca, piuttosto che sostituire una ruota di una Formula1. In aggiunta a questo, su una superficie espositiva di 25.000 mq, 17.000 dei quali distribuiti in una sola enorme sala, in cui è possibile ammirare circa 2.550 veicoli provenienti da almeno 98 brand. E per chi avesse voglia di avvicinarsi a motori ed auto d’epoca senza allontanarsi troppo…
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