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Henry Ford, l'uomo che mise il volante al '900

7 Novembre 2019
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Se vi state domandando chi abbia forgiato l'identità del ventesimo secolo; chi, fra tanti, se ne possa arrogare la paternità, ebbene, sappiate che parte del riconoscimento va, senza ombra di dubbio, accreditato ad Henry Ford. L'uomo che ha rivoluzionato il metodo di produzione delle automobili vale, in cifre, centonovantanove miliardi di dollari, il capitale, raggiunto nel coso della sua carriera, che lo posizionerebbe al nono posto tra le personalità più ricche della storia. Ma c'è dell'altro. Il fondatore della Ford Motor Company, con le proprie idee, ha finito per plasmare un'intera società, sancendone inequivocabilmente il passaggio da un tipo di vita rurale ad una enormemente più industrializzata.

Esprit Mécanique

L'archetipo di un ragazzo che come bagaglio ha un sogno e lotta per realizzarlo. In breve, la sintesi di un'esistenza. Nato nel Michigan, nel 1863, da genitori di origine irlandese, il primo atto di coraggio Henry lo compie nel 1888, quando decide di abbandonare la fattoria di famiglia per trasferirsi a Detroit. Un gesto rivoluzionario per i tempi, considerando che, allora, appena due americani su otto avevano l'ardire di intraprendere un'avventura cittadina. Un'audacia che portò bene, dal momento che i tre anni a seguire si rivelarono funzionali nel porre i semi di una passione destinata ad accompagnare l'imprenditore per il resto dei suoi giorni.

La prima, indimenticabile

Bastarono una vecchia falciatrice ed un motore artigianale a propulsione per dare il là alla sperimentazione della prima locomotiva agricola. Ancora nove anni, per essere nominato ingegnere capo del principale stabilimento della Detroit Edison Company. 'Va dove ti porta il cuore', titola un libro di Susanna Tamaro. Il muscolo, in questo caso, finì per condurlo verso Rosabella. Fate bene attenzione, non si tratta di una donna, ma della prima auto fornita di motore a benzina. Un telaio, quattro ruote di bicicletta, incorniciati, per così dire, dalla voglia di sperimentare e dall'orgoglio di poter presentare perfino all'azienda per cui lavorava un prodigio tutto suo.
All'inseguimento delle competizioni
Il sostegno di Thomas Edison valse, forse, ad incrementare la temerarietà. Insieme ad un gruppo di soci, Ford fondò la Detroit Automobile Company. Una meteora, troppi i dissidi interni. Poco importa. Lo sguardo di lince dell'arguto uomo d'affari si rivolse alle gare automobilistiche. Le corse, particolarmente in voga agli esordi del '900, costituivano – questa l'intuizione – un ingegnoso palcoscenico dal quale esibirsi. Dunque, via alla conquista degli appassionati di motori.
1903, l'anno della svolta
Con l'avvento del nuovo secolo, Ford era finalmente pronto a commercializzare l'automobile. 'La macchina che ha cambiato il mondo' possedeva tutte le carte in regola per stravolgere il mercato. Nel 1908, la Ford Model T era, e ambiva di essere, l'auto per tutti. La middle class poteva finalmente immettersi su strada, tanto che, che nel giro di diciannove anni, furono venduti ben quindici milioni di esemplari.
Rinnovati ritmi di lavoro
Ma come riuscire a rappresentare metà dell'intero parco circolante degli Usa? L'ingrediente inatteso, innovativo, geniale fu l'introduzione della catena di montaggio. Una pratica già in uso presso la marina militare britannica, ma che solo Ford seppe estendere al contesto automobilistico, standardizzandola. Risultato: abbattimento dei costi ed aumento esponenziale dell'efficienza degli operai.
Cinque dollari al giorno di paga
Indiscutibilmente, operare una riforma richiede un prezzo. Da qui, il rapporto acerrimo con in sindacati, nei conforonti dei quali mai Henry si mostrò tollerante. Nella volontà di esautorare la figura a suo avviso 'intermedia', nel 1914, il Patron decise di lanciare un programma che prevedeva lo stipendio duplicato per i lavoratori, a patto che assumessero un comportamento irreprensibile. Ennesimo scacco alle forze di rappresentanza, fu l'istituzione della settimana corta, nel 1926, l'antesignana del nostro weekend.
"Tutti vogliono andare in qualche posto…
.. e poi, appena ci arrivano, vogliono tornare indiero". Lo scopo era quello di creare un 'parco consumatori'. A tal proposito, il soggetto di riferimento era, ovviamente, la classe media. Coloro che, nei giorni liberi, avrebbero goduto dell'opportunità, grazie all'uso delle vetture, di appagare il proprio desiderio di libertà. Un'opera di seduzione che fece da patrocinio al processo di urbanizzazione. L'a, b, c verso la concezione del sistema autostradale più raffinato al mondo.
L'antisemita
Luci ed ombre, pertanto, a costellare le vicende di un personaggio probabilmente divisivo. Siffatto si rivelò Henry Ford, anche quando si trattò di esprimere il proprio assenso – attraverso le pagine del personale organismo editoriale: The Indipendent – nei confronti della Germania nazista. Da questa, va detto, ricevette in onorificienza la Gran Croce dell'Aquila, riservata solo in rari casi agli stranieri.
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