Eccellenza. Questo il requisito ‘sine qua non’ per programmare le proprie nozze. Dove gli alti standard non riguardano solo la cerimonia, ma soprattutto l’indotto e quel che direttamente ne consegue. Così la location, il catering… tutto si fa esigente. Il prezzo passa in second’ordine rispetto ad un trattamento che pretende di disegnarsi di serie A; che non accetta mezzi termini. Ecco, dunque, cinque tra i posti d’eccezione che offre lo Stivale, per dire Sì in maniera elitaria, coscienti che trattarsi bene significa educarsi al buono e al bello; sapendo godere appieno di privilegi che altrimenti non potrebbero trovarsi…
Fermatevi e chiudete gili occhi. Adesso riapriteli. Di fronte a voi, Gea. Sì, perchè madre terra si veste dei colori e dei sapori d’Umbria: il buon vino, il miele, l’olio… l’intramontabile artigianato locale. Ebbene, nella città di San Francesco sorge un antico monastero, oggi totalmente rimodernato, in cui le vestigia d’epoca romana si fondono sapientemente con i moduli dell’architettura contemporanea. Il Nun Relais rappresenta la destinazione ideale per chi, nella dimensione matrimonio, abbraccia anche quella di benessere. E’ qui che da duemila anni si perpetua il culto delle acque. Le quattro sale – Tepidario, Caldario, Sudatorio, Frigidario – costituiscono un percorso unico in cui coccolarsi. Un cinque stelle, reso ancor più prezioso dal patrimonio culinario, dono delle sue cucine.
L’Ocrà di Borgotufi
Il tour gastronomico prosegue in provincia di Isernia, per la precisione a Castel del Giudice. Qui l’antico caseggiato è stato portato a nuova vita, grazie all’attività diligente di una cordata di imprenditori della zona, che ha saputo fare tesoro dei valori del territorio. L’ecosostenibilità, grazie, in particolar modo, al meleto che si estende per quaranta ettari, qui è di casa, tanto che una serie di riconoscimenti pongono la località di Borgotufi tra le virtuose a livello nazionale. L’atmosfera, pressoché surreale, dell’albergo diffuso, del resto, è ulteriormente avvalorata dalla proposta che offre la tavola, di cui il ristorante Ocrà – Favola Molisana rappresenta la punta somma.
Nei pressi di Agrigento, una residenza pricipesca, che pare risalga al termine del Diciottesimo secolo, si affaccia direttamente sul Tempio della Concordia e di Giunone. D’altronde, siamo nel ventre della Valle dei Templi, ed è qui, in questo Olimpo naturale, tra mandorli ed ulivi, che si può scegliere di convolare a nozze, per poi lasciarsi deliziare dalle prelibatezze proposte dalla Terrazza degli Dei. Un mix perfetto di cretività e tradizione, la selezione dei prodotti migliori, premessa del racconto di una Sicilia rielaborata, trasformata, ma niente affatto distante dalla propria memoria.
Siamo ancora in Sicilia, in provincia di Messina, presso il sito di Capri Leone, con la vista che spazia fino alle isole Eolie. A quindici chilometri dalle spiagge di Capo d’Orlando, immersa nel Parco dei Nebrodi, è stata pensata ed edificata l’Antica Filanda. Ventisette anni, per far sì che, sia l’hotel sia il ristorante, rispecchino ‘in toto’ quella che è considerata l’essenza dello spirito siciliano, vale a dire il senso dell’ospitalità. Gusto, relax, cortesia e professionalità si fondono, dunque, assieme, per regalare ai clienti più di un soggiorno da ricordare; un motivo per raccontare… per ritornare.
“Una bellezza agghiacciante”. In questo modo la volle definire Trumane Capote. Siete sull’isola di Pantelleria. Presso l’esclusivo Sikelia, all’interno degli antichi dammusi, le suite rappresentano il perfetto equilibrio tra le architetture dal rigore monacale e i raffinati dettagli del costruire comtemporaneo. I termini del lusso si accompagnano, in questi luoghi, ai mille contrasti che, per certi versi, la mancata contaminazione strappa via all’innovazione. Così, dove ruvidità e lentezza si intersecano, tra le rocce scure intarsiate dal vento e gli uliveti del giardino arabo, nasce Themà, la cui missione verte a ‘valorizzare e destrutturare’ quanto di meglio possa offrire la Perla Nera del Mediterraneo. Un matrimonio d’amore, quello che conduce gli chef ad una sperimentazione sempre attenta, mai banale, frutto di un sapere che parla di Sicilia, poiché figlio delle scorribande tese a carpire i segreti delle ricette originarie pantesche.
Se vi siete persi la terza parte di questa particolare rubrica dedicata al pranzo di nozze, potete trovarla qui:
Per le nozze, tavole stellate… (terza parte)