Quando ci si sposa in chiesa, gli effetti del matrimonio sono validi anche a livello civile. Non è vero, invece, il contrario, nel senso che il matrimonio in comune non ha alcuna validità per la chiesa. Questo è uno dei tanti aspetti che è necessario tenere in considerazione se si ha in mente di convolare a nozze secondo il rituale civile. Per fortuna la procedura burocratica da seguire è piuttosto snella, per effetto delle autocertificazioni e in virtù del nuovo Ordinamento dello Stato Civile. Per le diverse incombenze non è necessario muoversi con troppo anticipo: un paio di mesi prima della data del sì bastano per tutte le formalità preliminari.
Che cosa si deve fare per sposarsi in comune
Per prima cosa è necessario presentare la richiesta di pubblicazione, che deve essere inoltrata all’Ufficiale di Stato Civile del comune di residenza: se i due futuri sposi vivono in comuni diversi, si può scegliere indistintamente l’uno o l’altro. La richiesta può essere presentata dalla coppia o da un’altra persona, ma a condizione che abbia una procura speciale.
La residenza, la cittadinanza e i dati personali (nome e cognome, data e luogo di nascita) sono le informazioni che devono essere comunicate dai futuri coniugi. Inoltre, è necessario dichiarare di non avere condanne, di essere di stato civile libero, di non essere stati interdetti. L’ultima dichiarazione riguarda la mancanza di impedimenti per affinità o parentela.
Dopo la pubblicazione
Dopo che la pubblicazione è stata effettuata, è sufficiente che passino appena 4 giorni affinché il matrimonio con rito civile possa essere celebrato. Non è detto che esso si debba svolgere in uno dei comuni di residenza dei futuri coniugi. È importante, però, che se si sceglie un altro comune vengano forniti tutti i documenti del caso.
Un matrimonio di rito civile si tiene in una sala comunale o comunque in una location che è di proprietà del comune. Sono previste eccezioni in caso di infermità o se sussiste un altro impedimento, che in ogni caso deve essere giustificato. È preferibile optare per le location che siano dotate di uno spazio riconosciuto dal punto di vista legale e adibito per i matrimoni.
Solo un testimone per lo sposo e un testimone per la sposa possono firmare, ma ciò non toglie che se ne possano scegliere anche due o più per parte. Una frequente abitudine è quella di scegliere i fratelli, ma non ci sono vincoli particolari da questo punto di vista.
Si può inoltrare la richiesta che sia un amico o un parente a celebrare la cerimonia, ma in questo caso ci sono delle condizioni da rispettare: occorre che abbia compiuto 18 anni e che sia eleggibile in qualità di consigliere comunale detenendo ancora i diritti civili. Si può scegliere un cugino o un fratello, ma non un figlio, un genitore o un nonno.
Anche se ci si sposa in comune e non in chiesa, si può comunque decidere di raggiungere la location scelta a bordo di un’auto speciale, che si tratti di una limousine o di una macchina d’epoca. Per quel che riguarda il ricevimento, poi, si ha più margine di azione rispetto a un matrimonio religioso, almeno in relazione alla musica. Nulla vieta, insomma, di entrare nella sala della cerimonia sulle note di una canzone rock.
Infine, è bene non dimenticarsi degli addobbi, che devono essere posizionati, secondo tradizione, sulle sedie degli sposi, sul tavolo delle firme e in corrispondenza dell’ingresso. È importante non eccedere, anche per evitare che poi gli sposi siano nascosti nelle foto.